CAMERATA DOVE SEI?
Rammenti
quei giorni lontani,
quando con il cuore pieno di sogni
e le mani piene di nulla,
volevamo catturare i colori dell'arcobaleno,
perché il colore della vita era già dentro di noi.
Non era l'illusione della gioventù
ma la certezza del nostro Fascismo
a rendere impavide le nostre gesta.
Ma adesso, camerata dove sei?
Ti ho cercato dietro le nuvole dei sogni,
e non ti ho trovato.
Ti ho cercato, nuovamente, dietro il palco dei comizi,
e non ti ho trovato.
Ti ho cercato dentro il mio cuore...
voglio continuare a cercarti,
perché se non ti trovo,
abbiamo tutti perso la nostra sfida con il mondo,
e saranno altri, i nostri nemici,
a catturare i colori dell'arcobaleno
e ad oscurare per sempre,
il sogno della nostra gioventù.
IL COMUNISMO NON PASSERA!
Erano comunisti, Erano tanti
armati di spranghe e martelli
con l'eskimo verde ed il volto
coperto
Con l'odio ne cuore cercavano
i fascisti, li hanno spesso trovati
e senza rimorsi li hanno trucidati
Camerati perdono
Vi hanno ucciso due volte
ieri i compagni con falce e martello,
e oggi un partito, senza più ideali,
che ha detto: siete morti per niente
Camerati perdono
oggi ha vinto il nemico,
è più forte di ieri, ma ancora
una volta, anche se in pochi
sussurriamo nel vento, gridato dal cuore:
Il comunismo non passerà!
DEDICATO A GIANFRANCO FINI
Piange in silenzio, questo cuore
Che più non sente il calore della
Tua fiamma
Piange, nel ricordo di quando
Triste e muta scaldavi il cuore
Di quei genitori che accompagnavano
I loro figli nell’ultimo cammino
Quei figli che per te hanno dato la vita
Piange, perché in un giorno qualunque
Un uomo qualunque ha spento la tua fiamma
E con lei ha spento la nostra vita
La nostra anima la nostra identità
Tremi quell’uomo, perché i fantasmi del
Passato torneranno impietosi e crudeli
A chiedergli perché ha cancellato in un
Attimo ciò che rappresentava la nostra
Anima
DEDICATO A TUTTI COLORO CHE HANNO
BRUCIATO SULL’ALTARE DEI LORO INTERESSI
LA FIAMMA DELLE NOSTRE PASSIONI
Avevi un cuore che
palpitava passioni
Avevi un’anima che
splendeva di luce
Ora hai un cuore che
più non freme
e la tua anima altro
non è, che un gelido
soffio senza speranza.
La solitaria fiamma
che ardeva dentro di te
si è spenta e con
lei
si èspento il senso
della
vita.
Lacero e stanco volgi
lo sguardo al passato,
quel passato che generò
la tua essenza di uomo
E piangi sulla tomba
immortale degli eroi
che fecero grande la tua patria.
Piangi perché’
ai vivi non puoi più parlare.
Piangi, perché’
non
può esserci speranza se togli
ad un uomo
quello in cui crede
e per cui avrebbe
dato
la vita
Un uomo senza ideali è
come una stella senza luce
e nel buio della notte
nulla più riesce a trovare
per illuminare il
suo
cammino
DEDICATO A NOI
Quando
ascoltò quelle
Terribili
parole un brivido
Gelò le sue membra.
Reclinò la testa stanca
Cercando nella sua anima
Il perché della sua vita
E non trovò che disperazione
E un triste silenzio.
Una lacrima scivolò sulla guancia,
rotolò sul petto, bagnò le sue mani,
e il pugno stretto nella rabbia e nel
dolore si aprì e catturò lo spirito,
e lo riaprì alla speranza, al futuro,
alla lotta, nella certezza che nessuno può
togliere ad un uomo la sua fede, la sua
memoria, la sua vita: una vita dedicata
al coraggio di credere in un’idea,
di vivere per essa e di morire per
difenderla.
“Nostri Canti Assassini” di Massimo
Morsello, dedicata a Isabella dalla Comunità Caravella di Cagliari
Entrammo nella vita dalla parte sbagliata in un tempo
vigliacco, con la faccia sudata,
ci sentimmo chiamare sempre più forte, ci sentimmo morire ma non era la morte
e la vita ridendo ci prese per mano, ci levò le catene per portarci lontano.
Ma sentendo parlare di donne e di vino, di un amore bastardo che ammazzava un bambino
e di vecchi mercanti e di rate pagate e di fabbriche nuove e di orecchie
affamate.
pregammo la vita di non farci morire se non c'era un tramonto da poter
ricordare
e il tramonto già c'era, era notte da un pezzo ed il sole sorgendo ci negava il disprezzo.
Ma sentendo parlare di una donna allo specchio, di un ragazzo a vent'anni che moriva da vecchio
e di un vecchio ricordo di vent'anni passati, di occasioni mancate e di treni perduti
e scoprimmo l'amore e scoprimmo la strada, difendemmo l'onore col sorriso e la spada.
Scordammo la casa e il suo caldo com'era per il caldo più freddo di una fredda galera
e uccidemmo la noia annoiando la morte e vincemmo soltanto cantando più forte
e ora siamo lontani, siamo tutti vicini e lanciamo nel cielo i nostri canti
assassini
e ora siamo lontani, siamo tutti vicini e lanciamo nel cielo i nostri canti
bambini.
Camerata Isabella PRESENTE!