Questo articolo non è mai stato pubblicato su Excalibur perchè è stato “censurato” dalla direzione di Excalibur… causa censura: inesattezza storica su Tullio Murru (non era “ragazzo di Salò”) e troppa retorica fascista!!! I "censori" non ebbero il coraggio di comunicarglielo direttamente. Per questo motivo da quel momento Isabella ridusse la sua collaborazione con il mensile che aveva creato!
25 APRILE 2003: DEDICATO AI VECCHI RAGAZZI DI SALO’
di Isabella Luconi
Mussolini, da “Appunti dalla Casermetta della Guardia di Finanza di Germasino” notte del 27 Aprile 1945: “Penso a coloro ai quali sarà negato per anni di amare e soffrire per la Patria, e vorrei che essi si sentissero non solo testimoni di una disfatta, ma anche alfieri della rivincita. All’odio smisurato e alle vendette subentrerà il tempo della ragione. Così riacquistato il senso della Dignità e dell’Onore sono certo che gli Italiani di domani sapranno serenamente valutare i coefficienti della tragica ora che vivo.”
Dal “Breviario”: “La parola nuova di Mussolini è come il rombo del mare nella conchiglia, scriveva con accenti accorati Ezio Maria Gray, se hai l’orecchio attento continui ad udirla: prigioniera, lontana, ma non affievolita.”
Sabato 22 marzo, nella Chiesa di San Paolo a Cagliari, si sono svolti
i funerali
dell’onorevole Tullio Murru. Il canto degli Alpini, lo ha salutato per l’ultima
volta, e una grande tristezza mi è scesa nel cuore, per quell’altro ultimo saluto, che i camerati non hanno saputo dargli in quell’angolo di cimitero, dove pochissimi erano i presenti, così come
erano pochi quelli presenti in chiesa.
Una vita spesa per il Partito e un Partito che non sa spendere un’ora del suo tempo per salutarlo un’ultima volta.
Uno alla volta i “ragazzi di Salo” ci stanno salutando e nulla di ciò per cui hanno combattuto e creduto e pagato stiamo conservando, disperdendo nel vento della modernità e del progresso, ciò che fa di un uomo, un uomo vero.
Ho
spiato i visi di quegl’ultimi rimasti, i loro capelli bianchi, la forza delle loro
lacrime, l’intensità dei loro sentimenti, cari vecchi ragazzi di Salò, che faremo, che farà il Partito, quando non rimarrà più nessuno di Voi a raccontarci ciò che da un senso alla vita?
Quale futuro quando si rinnega il passato?
Quale vittoria quando si è venduta la propria anima?
Come
chiedere perdono a chi è morto per quel tricolore, al posto del quale oggi ci impongono un’altra bandiera. Avete combattuto in nome della libertà e oggi
siamo liberi di essere schiavi di quella grande arrogante potenza che decide le
sorti del mondo.
In nome di quella libertà, cari vecchi ragazzi di Salò, portate al cuore quella mano che impugnò il moschetto, e con l’altra tesa verso gli azzurri spazi della libertà, insieme a me, se mi permettete di stare vicino a Voi, perché con gli altri ormai non ho più nulla da condividere, per un’ultima volta gridiamo insieme:
CAMERATA
MUSSOLINI.
PRESENTE!